In Che Lingua Parla Il Corpo?

Il corpo può comunicare più di quanto pensiamo.

Prendersi un po’ di spazio per ascoltarlo corrisponde a dare spazio a noi stessi e questa attenzione interna potrebbe renderci più consapevoli e presenti. Essere più consapevoli può darci la possibilità di osservare e regolare la nostra reazione a qualsiasi cosa stia accadendo nella nostra vita, rendendoci capaci di utilizzare una gamma più ampia di azioni.

Per cosa batte il mio cuore? Cosa mi spezza il respiro? Cosa mi provoca i crampi allo stomaco?

In psicologia la rilevanza dei segnali corporei è stata evidenziata da molte teorie. William James (1884) ha ipotizzato che la percezione dei cambiamenti somatici e viscerali sia necessaria per dare senso agli eventi esterni e produrre una reazione emotiva coerente. 

 

Damasio (1994) con l’ipotesi del marcatore somatico ha affermato la rilevanza della risposta viscero-somatica nella risposta emotiva allo stimolo e nel processo decisionale. 

Per semplificare, secondo questa teoria ciò che ci aiuta a scegliere in una situazione emotivamente significativa è la reazione che ha il corpo alla situazione stessa.

 

Per esempio:

Incontro un cane randagio

Come reagisce il mio corpo? Sono rilassat* o irrigidit*?

Dai segnali che mi trasmette il corpo la situazione viene automaticamente classificata come piacevole o spiacevole e questo mi permette di decidere quale comportamento mettere in atto.

 

Scappo o mi avvicino per accarezzarlo?

  • Essere consapevoli di ciò che succede nel nostro corpo può rendere più facile capire il motivo di come reagiamo?
  • E, se è così, questa comprensione più profonda dei nostri meccanismi può rendere più facile avere una maggior capacità di regolare il modo in cui reagiamo?
  • In che modo essere più consapevoli può fare la differenza nella vita quotidiana?
Se ci sentiamo attori di come il corpo o la mente reagiscono, enon spettatori, potrebbe diventare più facile osservare ciò che di solito è automatico e sarà possibile analizzare perché è così, se c'è qualcosa che ha favorito quella forma di reazione.
Ritorniamo all’esempio di prima:

Se riconosco che davanti al cane randagio mi irrigidisco, stringo i denti, sudo freddo e nel frattempo una serie di pensieri catastrofici fanno capolino (ora mi attaccherà, mi potrebbe mordere, se mi morde a chi chiedo aiuto?…) la reazione automatica potrebbe essere di bloccarsi completamente (una reazione che viene chiamata freezing, congelamento, proprio perché è inibito il movimento). Quei pensieri in quel momento ci stanno proteggendo, perché potrebbe essere successo in passato che un pericolo simile ci abbia creato un danno, ma ci proteggono in eccesso, mettendoci in uno stato di allarme che potrebbe essere più elevato del pericolo effettivo. Tutto questo succede in automatico e parte del panico potrebbe essere legata alla difficoltà di riappropriarsi della possibilità di decidere come comportarsi, tanto questi pensieri possono essere ingombranti e direttivi. 

Cosa ci può essere utile in questi momenti?

Possiamo esercitarci ad ascoltare quello che il nostro corpo ci segnala, perché più abile sono a riconoscere i segnali del corpo e più mi esercito a riconoscere quale emozione sto percependo. Se riconosco meglio l’emozione riesco a rintracciare più facilmente i fattori o gli eventi che hanno scatenato in me quell’emozione. Se riconosco i fattori scatenati posso controllarli e/o modificarli quindi riuscire a regolare meglio l’emozione che arrivi, prima che questa diventi così grande da essere ingestibile.
Se il corpo mi segnala che la paura e il panico sono troppo forti per poter affrontare una situazione, è bene ascoltare quanto ci dice. Prendendo familiarità però con i segnali del corpo posso valutare di volta in volta se la mia reazione può variare.

Riprendiamo l’esempio di prima:

Dopo più giorni in cui il cane randagio mi crea grande panico e decido tutte le volte di cambiare strada per evitare di incontrarlo, oggi sono più seren* e rilassat*, posso decidere di provare a passare dal lato della strada dove incontro il cane.
Cambia qualcosa? Il corpo mi segnala sempre lo stesso livello di paura o forse oggi è leggermente più basso? Posso avvicinarmi di più? 

Forse in questo modo possiamo essere più liberi di decidere consapevolmente come comportarci, che libertà!

Ti piacerebbe entrare un po’ più in confidenza con il tuo corpo per esplorare le tue emozioni?

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